Lefkada: piccolo paradiso greco #igigaviaggi

Sono giornate nuvolose in tutt’Italia (nuvolose è dir poco) e vorremmo tanto, ma tanto, stare in panciolle su una bella spiaggia dei Caraibi. Ma c’è veramente bisogno di andare così lontano? Nella mia vita ho fatto tanti viaggi – e ne farò sicuramente altri due in programma – ma c’è un posto che mi è rimasto sempre nel cuore, tanto da ritornarci più volte: Lefkada, il piccolo paradiso greco, nel Mar Ionio, sconosciuto ai più, indimenticabile per molti.

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No, non è photoshop

Eremitaggio + vita + mare = success of Lefkada

Nella mia esperienza a Lefkada ho sempre avuto il desiderio di immergermi nella tranquillità che quel mare ispira. Se vai a Lefkada hai tante scelte. La mia è stata quella del campeggio: mi svegliavo con il sole e con il mare cristallino davanti, mi mettevo in spiaggia o sull’amaca per leggere un buon libro e godersi il mare, un mare pulito che durante la pesca subacquea mi restituiva ricci, polpi, pesci che cucinavamo la sera. Era come respirare dopo un’anno di soffocamento, unirsi al cielo stellato la notte e al mare limpido la mattina.

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Ok, ora ritorno in me

Però c’è da dire una cosa: non era assolutamente solitudine. Lefkada è piena di piccole città che si affacciano sul mare, composte più da barche che da palazzi. La vita esiste a Porto Katsiki e significa fare bordello, la vita vien mangiata la sera a Vassiliki nei ristoranti tipici e i paesini dell’entroterra risplendono di quella autenticità che manca in isole più in voga, che però si rispecchia nella natura incontaminata di spiagge come Gialos.

La cucina è poi una delle cose che mi è rimasta più impressa e chiunque sia stato in Grecia lo sa: la panza lì non si fa di sola pita. Al di là della moussaka e cose varie, la cucina greca ha lo stesso imprinting di quella italiana, dove l’autenticità la fa da padrona, che siano pietanza di terra o mare. Ho mangiato maiale arrostito su una brace di legno in mezzo al verde, pesce appena pescato davanti ad un canale d’acqua salata, feta e insalata greca a morire e di tutto e di più. Maronn che famm.

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Dear cibo (le povere patatine che mettevano era solo per i turisti, ci credevano americani!)

Vedere per credere

Non mi hanno pagato per dire tutte queste cose, sono semplicemente ricordi di uno dei viaggi più importanti della mia vita. Per il resto c’è ‘na bella galleria che vi farà capire perché sono così entusiasta (e mi farà smettere di parlare). Vi è mai capitato di provare la stessa sensazione per un posto in cui avete fatto vacanza? Fatemelo sapere, che poi vediamo chi è più nostalgico.

PS: Le foto sono le più belle tra la visita del 2009 e quella del 2011. Quindi non tutte le foto sono in HD, belli miei.

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